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lunedì 21 maggio 2012

Falsi miti e verità sullo yoga secondo W. J. Broad.

Sfogliando lo Yoga Journal di maggio mi sono imbattuta nell’ennesimo articolo sul libro “The science of yoga” di W. J. Broad di cui tanto si è parlato grazie ad una riuscitissima operazione di marketing.

Qualche mese fa infatti apparve sui quotidiani un articolo che parlava della “pericolosità” dello yoga. La notizia nasceva proprio dal fatto che il libro in questione contiene un intero capitolo sui possibili danni che la disciplina può causare al corpo se le posture non vengono fatte nel rispetto dei propri limiti. Secondo il parere di chi l’ha letto (non è ancora uscita la versione in italiano), pare che in realtà questa parte stoni molto con il resto del volume. Da qui l’idea che nasca proprio come politica pubblicitaria  non me lo toglie dalla testa nessuno.

Per tranquillizzarvi vi posso intanto comunicare che la pericolosità è legata generalmente ad un abuso del corpo senza lo stretto controllo di un valido insegnante. In particolare Broad sostiene poi che alcune posture sono sconsigliabili a causa della pressione che la spina dorsale, una volta allungata, può apportare al cervello. Ci si riferisce ad esempio con la posizione della candela, dell’aratro ed in generale con tutte le asana che allungano il tratto cervicale.

Nell’attesa che esca anche nella nostra lingua, vi riporto alcune verità e falsi miti che il libro svela:

FALSI MITI:
FATTI:
è una disciplina antica
nelle forme in cui viene praticato oggi, risale agli anni ‘20
ha radici spirituali
nasce come culto sessuale
fa miracoli
é fonte di cambiamenti che scambiamo per miracoli
alza il livello di ossigeno
nelle respirazioni più veloci diminuisce il livello di ossigeno nel cervello
velocizza il metabolismo
rallenta il metabolismo
fa perdere peso
rallentando il metabolismo, se non si cambiano abitudini alimentari, casomai fa prendere peso
(fonte: Yoga Journal)

Al di là delle polemiche pare che il libro sia molto interessante perché scritto da un occidentale con lo scopo di dare una chiave di lettura il più possibile scientifica ad un fenomeno in costante crescita.  


E con questo facciamoci tutti un esame di coscienza e domandiamoci se lo facciamo perché va di moda, o perché vogliamo lavorare per vivere in maniera più consapevole. La cosa buona è che si può cominciare per le ragioni più disparate ma ci si ritrova dopo pochi mesi a rendersi conto che si sta “sistemando”  qualcosa di molto più grosso di un banale problema di schiena o di ansia che sia.


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