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giovedì 23 agosto 2012

Voglio vivere di più.

L'estate, con le sue assolate giornate passate ad oziare sotto l'ombrellone, è sicuramente il periodo in cui leggo di più. Oggi vi voglio parlare di un libro che mi ha consigliato una carissima amica, in quanto a detta sua la protagonista l’ha fatta pensare proprio a me.


In effetti la prima cosa che ho pensato leggendo le due righe introduttive che si trovano nella copertina è stata: "Una cosa del genere la scriverò io prima o poi!". E così mi sono buttata a capofitto nella lettura di questo libro che racconta alcune delle esperienze che la scrittrice fa nel campo dell'arduo lavoro su sé stessi che una persona può decidere di intraprendere nella vita.

Nell'ordine, la Losada racconta della sua esperienza con:
-         il Feng Shui;
-         Anthony Robbins, un coach di quello che in italiano viene chiamato "Sviluppo Personale" (la traduzione in italiano gli fa perdere molto della sua carica di significato);
-         il ritiro di 10 giorni di meditazione Vipassana;
-         gli incontri con un Guru del filone dell'Advaita Vedanta (la Via della Pura Idea);
-         una curiosa esperienza tra sciamani ed allucinogeni in un villaggio disperso nella giungla del Perù.

Dopo aver letto del primo argomento devo ammettere che ho subito comprato un libro sul Feng Shui che lei stessa consiglia. Mi sono subito sentita presa in causa perché sto troppo poco in casa ed attribuisco questo problema anche al fatto che forse per alcuni versi non è un ambiente sufficientemente equilibrato e rilassante per me. Infatti al di là delle teorie sulla disposizione delle cose sulla base degli elementi (terra-aria-acqua-fuoco-etere), il Feng Shui propone anche molte soluzioni utili, razionali e soprattutto fattibili che potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono assolutamente.

Il capitolo su Anthony Robbins mi ha incuriosito perché avevo letto da poco un libro sulla legge di attrazione (per una serie di congiunzioni astrali), che lungi dall’essere una verità assoluta, racchiude comunque in sé un punto di vista che non trovo pienamente sbagliato. Per sintetizzare la tesi che si sostiene è quella che è il nostro stesso pensiero a creare la realtà che ci circonda e le cose che ci accadono. Utile spunto per vivere con un sano ottimismo e avere il coraggio di mettersi in gioco nella vita. Partecipare ad uno di questi “raduni” allo stesso tempo è comunque una grande “americanata” ed una cosa di cui personalmente adesso non sento davvero il bisogno.

È sul racconto del ritiro di meditazione Vipassana che la Losada mi stupisce. Direi proprio che non avevo immaginato di trovarci il diario di questa esperienza. Al di là del fatto che l’argomento viene volutamente trattato con ironia, l’autrice lì per lì non pare comprendere appieno a cosa serve la meditazione Vipassana. Però a quanto pare riesce a resistere per 10 giorni ad 11 ore di meditazione quotidiana, al voto del silenzio ed al distacco da cellulare e qualsiasi altra forma comunicazione con l’esterno. Inutile dire che prima o poi lo farò. Personalmente è una carta che mi tengo per un momento futuro di crisi, dato che ora sto portando a termine il Teacher Training 1 di Kundalini.
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Il capito su Mooji, il Guru dell’Advaita Vedanta è stato come una boccata di aria fresca. Emerge forte dal ritiro di Vipassana in poi, la consapevolezza di una sorta di dialogo interno tra diversi livelli di coscienza. Possiamo chiamarli sé superficiale e sé profondo se vogliamo. Fatto sta che l’apprendere la capacità di osservare la propria mente è una primo passo verso una comprensione più profonda della nostra vera essenza spirituale. La Via della Pura Idea si basa proprio sulla consapevolezza che può nascere ponendosi alcuni quesiti che favoriscono il risveglio. Capitolo non facile da spiegare in due parole, quindi, se l’idea di comprare questo libro vi sta balenando in testa, vi consiglio di leggervelo!

Il libro si conclude con il racconto dell’esperienza del viaggio sciamanico con l’ayahuasca, un allucinogeno naturale, nella foresta amazzonica. Pare che, se non si abbiano sintomi indesiderati (nei quali purtroppo incappa la Losada), l'ayahuasca possa essere consierato un vero e proprio viaggio all’interno di sé stessi per mezzo di visioni che la sostanza procura. Beh, non starò di certo a raccomandarvi di prendere un allucinogeno naturale, ma vi lascio fare in merito le vostre personalissime considerazioni.

E con questo, e l’ammissione di essere tornata l’anno successivo al ritiro di Vipassana nonostante le resistenza della sua mente,  il libro si conclude. Una lettura piacevole e frizzante come una commediola al cinema. Un libro che tratta temi profondi con estrema leggerezza e simpatia. Per non prendersi mai troppo sul serio.


  

P.S. Se vi state domandando se mi abbia pagato nessuno per questo post, la risposta è ovviamente NO! Semplicemente credo che qualcuna delle persone che mi seguono lo troverà una simpatica lettura. Spero di non avervi annoiato. J






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