L'estate, con le sue assolate giornate passate ad oziare sotto
l'ombrellone, è sicuramente il periodo in cui leggo di più. Oggi vi voglio
parlare di un libro che mi ha consigliato una carissima amica, in quanto a
detta sua la protagonista l’ha fatta pensare proprio a me.
In effetti la
prima cosa che ho pensato leggendo le due righe introduttive che si trovano
nella copertina è stata: "Una cosa del genere la scriverò io prima o
poi!". E così mi sono buttata a capofitto nella lettura di questo libro
che racconta alcune delle esperienze che la scrittrice fa nel campo dell'arduo
lavoro su sé stessi che una persona può decidere di intraprendere nella vita.
Nell'ordine, la
Losada racconta della sua esperienza con:
-
il
Feng Shui;
-
Anthony
Robbins, un coach di quello che in italiano viene chiamato "Sviluppo
Personale" (la traduzione in italiano gli fa perdere molto della sua
carica di significato);
-
il ritiro
di 10 giorni di meditazione Vipassana;
-
gli
incontri con un Guru del filone dell'Advaita Vedanta (la Via della Pura Idea);
-
una
curiosa esperienza tra sciamani ed allucinogeni in un villaggio disperso nella
giungla del Perù.
Dopo aver letto
del primo argomento devo ammettere che ho subito comprato un libro sul Feng Shui
che lei stessa consiglia. Mi sono subito sentita presa in causa perché sto
troppo poco in casa ed attribuisco questo problema anche al fatto che forse per
alcuni versi non è un ambiente sufficientemente equilibrato e rilassante per
me. Infatti al di là delle teorie sulla disposizione delle cose sulla base degli
elementi (terra-aria-acqua-fuoco-etere), il Feng Shui propone anche molte
soluzioni utili, razionali e soprattutto fattibili che potrebbero sembrare
scontate, ma non lo sono assolutamente.
Il capitolo su Anthony Robbins mi ha incuriosito perché avevo letto
da poco un libro sulla legge di attrazione (per una serie di congiunzioni astrali),
che lungi dall’essere una verità assoluta, racchiude comunque in sé un punto di
vista che non trovo pienamente sbagliato. Per sintetizzare la tesi che si sostiene
è quella che è il nostro stesso pensiero a creare la realtà che ci circonda e
le cose che ci accadono. Utile spunto per vivere con un sano ottimismo e avere
il coraggio di mettersi in gioco nella vita. Partecipare ad uno di questi “raduni”
allo stesso tempo è comunque una grande “americanata” ed una cosa di cui personalmente
adesso non sento davvero il bisogno.
È sul racconto del
ritiro di meditazione Vipassana che la Losada mi stupisce. Direi proprio che
non avevo immaginato di trovarci il diario di questa esperienza. Al di là del
fatto che l’argomento viene volutamente trattato con ironia, l’autrice lì per
lì non pare comprendere appieno a cosa serve la meditazione Vipassana.
Però a quanto pare riesce a resistere per 10 giorni ad 11 ore
di meditazione quotidiana, al voto del silenzio ed al distacco da cellulare e
qualsiasi altra forma comunicazione con l’esterno. Inutile dire che prima o poi
lo farò. Personalmente è una carta che mi tengo per un momento futuro di crisi,
dato che ora sto portando a termine il Teacher Training 1 di Kundalini.
.
Il capito su Mooji, il Guru dell’Advaita Vedanta è stato come una
boccata di aria fresca. Emerge forte dal ritiro di Vipassana in poi, la
consapevolezza di una sorta di dialogo interno tra diversi livelli di coscienza.
Possiamo chiamarli sé superficiale e sé profondo se vogliamo. Fatto sta che l’apprendere
la capacità di osservare la propria mente è una primo passo verso una comprensione
più profonda della nostra vera essenza spirituale. La Via della Pura Idea si
basa proprio sulla consapevolezza che può nascere ponendosi alcuni quesiti che favoriscono
il risveglio. Capitolo non facile da spiegare in due parole, quindi, se l’idea
di comprare questo libro vi sta balenando in testa, vi consiglio di leggervelo!
Il libro si conclude con il racconto dell’esperienza del viaggio
sciamanico con l’ayahuasca, un allucinogeno naturale, nella foresta amazzonica.
Pare che, se non si abbiano sintomi indesiderati (nei quali purtroppo incappa la
Losada), l'ayahuasca possa essere consierato un vero e proprio viaggio all’interno
di sé stessi per mezzo di visioni che la sostanza procura. Beh, non starò di
certo a raccomandarvi di prendere un allucinogeno naturale, ma vi lascio fare
in merito le vostre personalissime considerazioni.
E con questo, e l’ammissione di essere tornata l’anno successivo al
ritiro di Vipassana nonostante le resistenza della sua mente, il libro si conclude. Una lettura piacevole e
frizzante come una commediola al cinema. Un libro che tratta temi profondi con
estrema leggerezza e simpatia. Per non prendersi mai troppo sul serio.
P.S. Se vi state domandando se mi abbia pagato nessuno per questo post, la risposta è ovviamente NO! Semplicemente
credo che qualcuna delle persone che mi seguono lo troverà una simpatica lettura. Spero
di non avervi annoiato. J
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