Durante questo week end ho fatto la “mentis” ad uno dei seminari
del Teacher Training 1" di Yoga Kundalini che si sta svolgendo al Centro Ram Dass di Viterbo. La mentis
è una sorta di assistente tuttofare che si occupa del cibo, delle richieste improvvise.
In generale quindi assicura che il corso si possa svolgere nella massima
serenità.
Così in linea di massima ho la possibilità di partecipare alla maggior
parte delle lezioni, a meno che una tisana non finisca, o ci sia da preparare il
riso per pranzo, o qualche piccola emergenza da risolvere. Insomma cose più che
piacevoli. teacgì
Una mentis è una figura silenziosa che accoglie richieste altrui solo se
arrivano e che non dice la sua opinione sugli argomenti del corso, né fa
domande all’insegnante di turno. Insomma se le viene un dubbio, o se vorrebbe
un approfondimento, o un chiarimento si da una risposta da sola. (E nel mio caso
credo di essermi risposta bene nella maggior parte dei casi).
È proprio questo l’aspetto su cui mi interessa di più soffermarmi. Essere
al servizio e mettersi da parte non vuol dire non essere parte attiva in una
data situazione. Direi forse che invece accade il contrario. Mettersi in una
posizione di ascolto e di apertura può dare davvero tanto, sia a chi ci sta
intorno che a noi stessi.
Non è passività, tutt'altro è la scoperta di un mondo a me quasi sconosciuto.
È l’inizio di un cammino che conduce all’apertura del cuore. (E ne ho tanta di
strada da fare al riguardo, ma da qualche parte dovevo pur cominciare, no?)
In questo momento della mia vita per una serie di circostanze mi sono
resa conto che il lavoro che ho svolto sino ad oggi mi ha portato fino al 3° chakra,
all’ego. E un po’ di ego ci vuole nella vita soprattutto nell'età in cui si devono
prendere decisioni importanti e gettare solide basi per un passaggio all'età adulta senza ritrovarsi a vivere una vita che non sentiamo la nostra. E guardate che
non è facile.
Sin dal primo seminario ho sentito che questo per me era il momento per
cominciare a lavorare sull’ascolto e sull’apertura. Ed è questo lavoro che
faccio durante il mio mentis, che voglio portare nella mia vita di tutti i
giorni.
Restare in silenzio permette di osservare in maniera diversa le cose che
ci circondano. Permette di entrare a contatto con le persone che hai intorno in
maniera più viscerale. Osservandole le capisci molto di più che interagendoci,
perché alla fine tutti noi un po’ indossiamo delle maschere nella vita. Ma lo
sguardo, la postura ed il modo di gesticolare non mentono mai.
Al terzo chakra ci sono arrivata grazie allo yoga con le sue posture e le meditazioni, ma anche con le mie esperienze di vita. Ora mi sento pronta al passaggio al 4° ed al 5° chakra, al cuore ed alla comunicazione consapevole.
Una grande sfida, ma la vita è bella anche per questo. Non so se ci arriverò (e tra l'altro non è yogico avere obiettivi). Se ci arriverò non saprò mai se sarà stato per vita vissuta, o per la Kundalini risvegliata che sale lungo il canale della spina dorsale. E non lo saprò mai!
Come per la maggior parte della cose che succedono nella vita, tutto questo rimane perlopiù un mistero per noi umani: accadono cose inspiegabili da certi punti di vista, ma tangibili e chiare da altri. La mente vorrebbe dare una spiegazione a tutto, ma poi basta un solo attimo di contatto con la tua anima e puoi avere un intuizione. E se non hai paura, e se la segui, può cambiare la tua vita.
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