I Monaci Tibetani saranno già in viaggio verso la prossima tappa
del Tour Mondiale della Pace Interiore. Inutile dire che un velo di tristezza mi
accompagna da domenica dopo quattro giorni con loro, con la sangat e
tutte le bellissime persone che sono venute al centro Ram Dass e che
hanno lasciato un contributo per la causa del Monastero di Gaden Shartse e
la causa del Tibet. Oggi volevo fare il punto su quello che mi è rimasto
maggiormente impresso del secondo seminario del Lama: la Bodhicitta.
La Bodhicitta è un atteggiamento mentale che scaturisce da una
profonda compassione. Consiste nell’aspirazione ad uscire dal samsara e raggiungere l’illuminazione allo
scopo di poter poi guidare anche tutti gli altri esseri viventi nella stessa
direzione. La motivazione è duplice. Da una parte avendo vissuto
incarnazioni da un tempo senza inizio, abbiamo avuto tante madri. Così
tutti gli esseri senzienti sono stati, prima o poi, colei che ci ha creato,
nutrito ed educato con amore.
Una seconda spiegazione fornita dal Lama è che in effetti non
esiste una valida motivazione per ritenere tutti gli altri esseri viventi meno
importanti di noi stessi. Aspiriamo tutti a raggiungere la felicità e non
avremmo ragioni per creare differenza tra noi e gli altri esseri viventi a
causa delle nostre preferenze ed avversioni. La nostra
scontata classificazione degli esseri in “amico, non amico ed indifferente”
deve lasciare il posto all’uguaglianza in quanto cerchiamo tutti di uscire
dalla sofferenza. Nessuno escluso, neanche la formica.
La Bodhicitta non è solo compassione, ma anche saggezza. Sta nel
comprendere la Vacuità,per cui tutti i fenomeni sono interconnessi e non
esistono in modo indipendente. Anche la coscienza che lo percepisce è essa
stessa priva di esistenza inerente.
Ma come svilupparla? Una possibilità ed una forma di meditazione
secondo il Lama è la volontà: ci si impegna a non far insorgere sentimenti di avversione
nei confronti degli altri e contemporaneamente ci si dedica al coltivare amore,
compassione e saggezza. Allo stesso tempo ci si impegna in azioni positive,
come la generosità.
Ovviamente anche qua la meditazione gioca un ruolo fondamentale,
perché ci permette di sviluppare la saggezza che sorge dal contemplare la vera
natura della realtà. Stare seduti ore nel mezzo loto, a patto che si stia
davvero meditando, non ci porta ad essere persone migliori. Diventa anzi una
pratica vuota se non è accompagnata dallo sviluppo della Bodhicitta. Di tutti i discorsi fatti in questi giorni, questo è l’insegnamento che più mi ha colpito
e che spero porterò nel cuore e nella mente per molto, molto tempo.
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