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martedì 10 aprile 2012

L'Amore Universale e la mente della Bodhicitta.



I Monaci Tibetani saranno già in viaggio verso la prossima tappa del Tour Mondiale della Pace Interiore. Inutile dire che un velo di tristezza mi accompagna da domenica dopo quattro giorni con loro, con la sangat e tutte le bellissime persone che sono venute al centro Ram Dass e che hanno lasciato un contributo per la causa del Monastero di Gaden Shartse e la causa del Tibet. Oggi volevo fare il punto su quello che mi è rimasto maggiormente impresso del secondo seminario del Lama: la Bodhicitta. 

La Bodhicitta è un atteggiamento mentale che scaturisce da una profonda compassione. Consiste nell’aspirazione ad uscire dal samsara e raggiungere l’illuminazione allo scopo di poter poi guidare anche tutti gli altri esseri viventi nella stessa direzione. La motivazione è duplice. Da una parte avendo vissuto incarnazioni da un tempo senza inizio, abbiamo avuto tante madri. Così tutti gli esseri senzienti sono stati, prima o poi, colei che ci ha creato, nutrito ed educato con amore. 

Una seconda spiegazione fornita dal Lama è che in effetti non esiste una valida motivazione per ritenere tutti gli altri esseri viventi meno importanti di noi stessi. Aspiriamo tutti a raggiungere la felicità e non avremmo ragioni per creare differenza tra noi e gli altri esseri viventi a causa delle nostre preferenze ed avversioni. La nostra scontata classificazione degli esseri in “amico, non amico ed indifferente” deve lasciare il posto all’uguaglianza in quanto cerchiamo tutti di uscire dalla sofferenza. Nessuno escluso, neanche la formica.

La Bodhicitta non è solo compassione, ma anche saggezza. Sta nel comprendere la Vacuità,per cui tutti i fenomeni sono interconnessi e non esistono in modo indipendente. Anche la coscienza che lo percepisce è essa stessa priva di esistenza inerente.

Ma come svilupparla? Una possibilità ed una forma di meditazione secondo il Lama è la volontà: ci si impegna a non far insorgere sentimenti di avversione nei confronti degli altri e contemporaneamente ci si dedica al coltivare amore, compassione e saggezza. Allo stesso tempo ci si impegna in azioni positive, come la generosità.  

Ovviamente anche qua la meditazione gioca un ruolo fondamentale, perché ci permette di sviluppare la saggezza che sorge dal contemplare la vera natura della realtà. Stare seduti ore nel mezzo loto, a patto che si stia davvero meditando, non ci porta ad essere persone migliori. Diventa anzi una pratica vuota se non è accompagnata dallo sviluppo della Bodhicitta. Di tutti  i discorsi fatti in questi giorni, questo è l’insegnamento che più mi ha colpito e che spero porterò nel cuore e nella mente per molto, molto tempo. 



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