Durante lo Yoga
Shake di ieri, Bachan, insegnante del mio centro, ha guidato con forza e
maestria un Venus Kriya. E’ la seconda volta che mi capita di farlo e trovo che
sia un tipo di meditazione molto intenso. Non è la solita pratica in cui ci si
siede nel mezzo loto con noi stessi, ma si lavora con tutti i presenti. Poi ci
si siede a coppia con la prima persona che ci si trova davanti per una
meditazione.
Occhi negli occhi
con uno sconosciuto. Mani nelle mani.
Quello che si sperimenta è la
dualità io-altro, la polarità uomo-donna. Apparentemente sembra facile, ma nella
pratica sostenere lo sguardo dell’altro non è semplice. Ci vuole equilibrio e spesso
l’ego si mette in mezzo. Alcune persone non riescono a reggere la pressione di
uno sguardo. Altre vogliono condurre il gioco.
Trovare un equilibrio e
sostenere l’altro è parte del gioco. L’esperienza, per chi ha il coraggio di
mettersi davvero in discussione è fortissima.
Abbiamo chiuso la classe
schiena a schiena. L’insegnante ci ha chiesto di percepire e memorizzare il
sostegno dell’altro. Il contatto in questa posizione diventa forte: il supporto
diventa anche fisico.
Percepisco dal movimento il
respiro di un altro essere. L’eco della sua voce durante il “Sat Nam” finale mi
riempie il cuore. Sembra quasi uscire dai miei stessi polmoni, come se le casse
toraciche si fossero fuse.
Intorno a noi le voci degli
altri riecheggiano nel bosco. Anche gli alberi respirano e cantano con noi. Per qualche instante con estrema
chiarezza mi sono sentita parte di qualcosa di immenso e meraviglioso.
P.s. grazie Bachan per la bellissima esperienza che mi hai
regalato!
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