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sabato 24 marzo 2012

Tantra Yoga Bianco: ho trovato le parole.


A distanza di quasi una settimana  mi sento di fare alcune considerazioni sul Tantra Yoga Bianco. La cosa più difficile nei giorni successivi è stata proprio quella di trovare delle parole adatte a descrivere uno stato mentale e fisico che sarebbe davvero riduttivo definire “meditativo”.

Le parole mi sono uscite di bocca in maniera fluida e naturale quando mi è stato chiesto per la prima volta da una persona realmente interessata che cosa avessi provato durante quella giornata.

C’era qualcosa di diverso dallo stato mentale che si può raggiungere durante una meditazione concentrata ed attenta. La sensazione era quella di essere parte di un qualcosa di più grande, oltre che del gruppo. Quando cominciava una meditazione e stringevo le mani della persona che avevo davanti, era come se prendessi contatto anche con le persone accanto, con l’intera fila di cui facevo parte, con tutta la sala.

Questo vortice di energia in cui mi sono ritrovata trascinava non solo il mio corpo, ma anche la mia mente. Così il tempo sembrava essersi fermato e una sensazione di eterno presente si faceva spazio. La mente era concentrata, pochi i pensieri che affioravano. Uno stato di grazia mi ha permeato fin dentro l’anima.

Non so cosa abbiano provato le oltre 200 persone che erano con me quella domenica 18 marzo, ma mi piacerebbe che questo post arrivasse loro (oltre tutti coloro che non erano presenti e che ora ne sono incuriositi) e che mi lasciassero dei commenti.

L’importante ora è prendere atto del fatto che quell'esperienza è irripetibile, e che non è stata né bella né brutta. Semplicemente “è stata”. E non deve diventare anch’essa un attaccamento



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